Testare la generazione X: docenti italiani online
- Think-Aloud Testing
- Live Interview
- Qualitative Testing
Abbiamo collaborato con DeAgostini e AppQuality per ottimizzare l’esperienza di formazione online dei docenti italiani sulla piattaforma di e-learning DeA Formazione, con lo scopo di individuarne i limiti di usabilità e le aree di interesse per massimizzare le probabilità di conversione.
Due settimane intensive di sessioni di testing in modalità Thinking-aloud, sia dal vivo che da remoto, in cui abbiamo osservato e ascoltato l’interazione dei docenti con la piattaforma DeA Formazione, tramite dispositivi mobile e desktop.
Studio di usabilità e conversione
Sessioni intensive di testing per identificare i limiti e massimizzare l'efficacia della piattaforma tramite interazioni docente-platforma
Alfabetizzazione digitale
La parte più sfidante è stata gestire il cluster di utenti, le cui abitudini di fruizione digitale si sono rivelate atipiche rispetto al nostro immaginario generale: molti dei docenti italiani intervistati infatti, sia di Generazione X che Millennials, sembrano essere poco avvezzi o completamente disinteressati all’utilizzo degli strumenti digitali (totale assenza di connessione Internet ad uso personale, possesso di dispositivi hardware e software obsoleti).
Questo basso interesse in realtà non avrebbe dovuto sorprenderci: proprio la scuola italiana infatti sembra essere uno dei nodi più impenetrabili per l’alfabetizzazione digitale, così come riportato dal Il Sole 24 Ore in un articolo di fine 2019, dove emergono notevoli difficoltà nel ridurre il gap tra le scarse competenze digitali acquisite dalle nuove generazioni e le nuove skill richieste dal mercato del lavoro.
Non solo Usability Testing
Abbiamo raccolto i feedback con metodo qualitativo, alternando fasi di intervista a momenti di test di usabilità. Questo ci ha permesso di raccogliere insight sulle abitudini di formazione personale, il rapporto con il brand e i principali competitor e le aspettative riguardo i contenuti di DeA Formazione. Abbiamo così potuto interpretare i problemi di usabilità a un livello più profondo, riuscendo a discernere i limiti funzionali dell’interfaccia da quelli dipesi dal bias cognitivo, potendo così rispondere a una serie di punti salienti:
- • Il giudizio complessivo degli utenti riguardo la qualità del servizio è stata influenzata dal cosiddetto Halo effect (pregiudizio legato alla percezione del brand)?
- • Quali abitudini di interazione e consumo hanno influenzato le aspettative sul funzionamento della piattaforma? Quale competitor restituisce un feedback migliore?
- • Perché alcuni contenuti sono stati ignorati? Perché alcune aree del sito non sono state navigate? Per limite visivo o disinteresse?
Dati oggettivi
La presenza dei cosiddetti “dinosauri digitali” nel cluster di utenti selezionato non ha però influenzato la valutazione complessiva dei risultati del test.
Abbiamo puntato a ottenere valori oggettivi filtrando i risultati raccolti e assegnando un peso differente ai feedback di utenti con scarsa alfabetizzazione digitale o scarso interesse verso i contenuti offerti rispetto a chi, in una situazione reale, avrebbe effettivamente potuto accedere autonomamente a questa tipologia di piattaforme.